modalità d'esame

per tutti gli studenti che dovranno sostenere l'esame di
Filosofia del Linguaggio mod.B a.a. 2009/2010


si rende noto che

-Il numero di battute dei propri elaborati dovrà essere compreso tra 14000 e 16000

-Bisognerà postare i propri lavori 14 giorni prima dell'appello scelto per sostenere l'esame

l'indirizzo e-mail a cui chiedere l'autorizzazione per postare è:
foucaultbarthes0910@gmail.com

per non avere problemi con le autorizzazioni si invita gli studenti ad utilizzare un indirizzo gmail per inoltrare le proprie richieste
Gli studenti che hanno usato il proprio account @mondoailati.unical.it per postare su altri blog relativi agli esami di Informatica, sono pregati di creare COMUNQUE un nuovo account

Programma d'esame

cicli: 07 e precedenti
A partire dalla sessione di giugno 2010 il programma d'esame consiste nello studio di:
-M.P. Pozzato, Semiotica del testo, Carocci
-Barthes, Variazioni sulla scrittura-Il piacere del testo, Einaudi
-Foucault, Ordine del discorso
e nella stesura di un elaborato da postare sul blog

sabato 22 maggio 2010

TUTTO SUL PIACERE.

L'auspicio maggiore di Barthes
non è forse una storia della scrittura
quanto la necessità di scrivere
"la triste,stupida,tragica storia di tutti
i piaceri a cui tutte le società
obiettano o rinunciano": una storia
atopica,asociale e in una certa
misura impossibile.


TUTTO SUL PIACERE
Di Angela Berardi



COME NASCE IL TESTO: “IL PIACERE DEL TESTO”
All'inizio degli anni settanta il clima culturale è quanto mai favorevole alla proliferazione dei discorsi "desideranti". Così “ Il piacere del testo” è un breve libro scritto tra il 1971 e il 1973 da Roland Barthes . E 'stato scritto in francese e poi tradotto in inglese. Barthes espone alcune delle sue idee sulla teoria della letteratura, questo è prima di tutto un pamphlet contro "la mitologia che tende a farci credere che il piacere (e particolarmente il piacere del testo) sia un'idea di destra". Alla sinistra che si riconosce asceticamente nel metodo, nell'impegno, nella conoscenza, nella solidarietà, Barthes propone qualcosa che è insieme rivoluzionario e asociale: il godimento. Negli ultimi lavori egli sviluppò una nuova teoria erotica e fortemente personale di lettura e di scrittura. Il “piacere del testo” infatti, è segnata dall’interesse per l’effetto fisico della letteratura e di altre forme d’arte, per i piaceri edonistici offerti al lettore dai testi letterari, dalla musica e dalla fotografia, e infine per la violenza (la repressione di tali piaceri e reazioni fisiche) insita nel linguaggio stesso. In termini meno enfatici, e meno datati, diremo che il suo discorso s'ispira all'idea che la conoscenza sia in sé deliziosa.

I NODI CRUCIALI.
Il piacere è qualcosa che riguarda tutti quei testi che si fanno leggere facilmente. C’è una nota negativa sui testi di piacere. L’operazione di Barthes è quella di mettere in discussione che tutti i testi linguistici siano uguali. Quello che mi ha colpitone”il piacere del testo” è proprio l’interesse e il “piacere” con cui viene trattato il testo in questione,e gli altri testi in generale. Barthes indica il piacere come “euforia” che durante tutto il testo viene affiancato ad altri “sentimenti”,sarà interessante vedere ancora più da vicino queste opposizioni e questi paragoni. Un altro argomento che ritengo interessante è il linguaggio con il quale viene trattato il”piacere”nell’accezione datagli dall’autore.

IL CORPO DEL TESTO E IL CORPO.
Il piacere del testo è dato dall’interessa e dal modo in cui si guarda al corpo del testo. Gli eruditi Arabi, parlando del testo usavano questa stupenda parola:il corpo certo. Se leggo con piacere una frase, una storia o una parola, è perché sono state scritte nel piacere e di conseguenza io(lettore)sono interessato anche alla struttura anatomica del testo. Tutto questo ci porta ad una similitudine quanto mai giusta e appropriata: la parte più erotica di un corpo non è forse dove l’abito si dischiude? Nella perversione non ci sono zone, è l’intermittenza, come ha ben detto la psicoanalisi, che è erotica:quello della pelle che luccica fra due capi,fra due bordi;è proprio questo scintillio a sedurre,o anche:la messinscena di un’apparizione-sparizione. Non è questo il piacere dello streap-tease corporeo o della suspance narrativa. In una come nell’altra non c’è lacerazione, non ci sono bordi:un progressivo svelamento nella speranza di vedere il sesso o di conoscere la fine della storia. Paradossalmente è un piacere molto più intellettuale dell’altro. Ma quello che interessa a noi è il fatto che in alcuni romanzi non leggiamo tutto con la stessa intensità di lettura;si stabilisce un ritmo,disinvolto,poco rispettoso verso l’integrità del testo;l’avidità stessa della conoscenza c’induce a sorvolare o scavalcare certi passi per trovare al più presto i luoghi scottanti dell’aneddoto,questo ci porta a saltare impunemente le descrizioni,le spiegazioni,le considerazioni,le conversazioni. Diventiamo simili a uno spettatore di cabaret che sale sulla scena e accellera lo stripe-tease per arrivare alla fine affichè egli possa prendersi il suo piacere proprio come il lettore di testo nel momento in cui prende il suo di piacere. Il testo ha la forma del nostro corpo erotico, il piacere del testo sarebbe irriducibile al suo funzionamento grammaticale come il piacere del corpo è riducibile al bisogno fisiologico. Il piacere del testo è quando il mio corpo va dietro alle proprie idee,”il mio corpo infatti non ha le mie stesse idee”diceva Barthes.

IL PIACERE E LA NOIA
“[….]La noia non è semplice[…]”
Dalla noia non ci si toglie con un gesto si stizza o di liberazione. Così come il piacere del testo suppone tutta una sua produzione indiretta la noia non può valersi di nessuna spontaneità. Messi dinanzi ad un testo il lettore può sentirsi posto in una condizione di “stallo emotivo”, in questo caso,credo non sia possibile trovare alcun elemento per combatterla ma dobbiamo subirla in modo passivo. Si potrebbe azzardare dicendo che il testo di piacere non è necessariamente quello che riporta dei piaceri ma quello in qualche modo provoca un sentimento per l’appunto la noia. Tutti possono attestare che il piacere del testo non certo:niente dice che questo stesso testo ci piacerà una seconda volta;è un piacere friabile, scheggiato dall’umore,l’abitudine,la circostanza, è un piacere precario.

IL PIACERE PER IL TRAGICO
Sembrerebbe un accostamento strano, ma fra tutte le letture la più perversa è la lettura tragica:in questa si prova piacere nel sentire raccontare una storia di cui,ad esempio, si conosce già la fine, ma si fa finta di non sapere. Ad esempio anche in una fotografia, dice Barthes, quello che può colpirmi a primo acchito è un dettaglio straziante e tragico, come nella foto di Wessing nel quale la madre porto un lenzuolo bianco sul corpo del figlio morto per strada durante la rivoluzione in Nicaragua. Il vero piacere non risiede nell’effimera soddisfazione epistemica,ma nell’emozione di rivivere lo scioglimento della storia.
Essendo il piacere un sentimento,una emozione non dovrebbe sembrare strano il piacere verso il tragico perché questo suscita comunque il piacere del testo.

IL PIACERE E IL DESIDERIO
“[…]il piacere o è ozioso o è vano,è un’idea di classe o un’illusione[…]”
Il piacere è continuamente deluso,ridotto,sgonfiato a vantaggio di valori forti quali:la verità,la morte,il progresso,la gioia,la lotta ecc…però il suo rivale vittorioso è il DESIDERIO:ci viene continuamente parlato del Desiderio,mai del Piacere;il Desiderio avrebbe una dignità epistemica, il Piacere no. Ad esempio prendendo in considerazione un testo cosiddetto”erotico”,più che la scena erotica l’interesse è tale perché nasce dall’attesa,dalla preparazione;è in questo che sono”eccitanti”. Questi non sono libri di piacere ma sono libri del desiderio, perché l’interesse non è dato dal piacere di scoprire cosa accadrà ma c’è il desiderio di arrivare ad un determinato punto del testo. Il desidero nel testo riguarda anche l’autore perché nel testo in qualche modo desidero l’autore:detta alla Barthes”ho bisogno della sua figura come lui ha bisogno della mia”.

PIACERI A CONFRONTO
A Barthes interessa il fatto che ci siano testi prodotti da un sistema linguistico e costruiscano un desiderio nel lettore e lo soddisfino:ad esempio la visione di un quadro o di una foto che colpisce lo spettatore. Per quanto riguarda il desiderio del lettore mi viene naturale,e mi si permetta, l’accostamento con il desiderio dello stesso Barthes di conoscere le tecniche e l’uso della fotografia. Del resto la fotografia come il testo deve essere letta e può piacere come non può piacere.
Noi siamo spectator sia nei libri che nella fotografia. Nella fotografia il suo piacere è dato da due elementi: studium e punctum, il primo è il gusto per qualcuno ,è l’applicazione; il secondo è quella fatalità che mi punge. Questi due elementi potrebbero essere accostati anche ai testi, soprattutto lo studium che appartiene all’ordine del to like, esso mobilita un semi-desiderio, è lo stesso genere d’interesse svagato,piano,irresponsabile che mostriamo in certi libri, che ci piacciono e definiamo “buoni”.
Il tempo nella fotografia è bloccato, essa non inventa ma è l’autenticazione stessa, il passato è ormai sicuro quanto il presente che è ciò che tocchiamo. Nei testi accade la stessa cosa , il testo è atopico, se non il suo consumo almeno nella sua produzione. Da questa atopia esso prende e comunica al lettore uno stato particolare. Un testo che piace può far ritornare tanti ricordi così come una fotografia ne è un esempio ciò che racconta Proust allorchè chinandosi un giorno per togliersi le scarpe , scorse all’improvviso nella sua mente il vero volto della nonna.

La fotografia è contingenza pura e non può essere altro, contrariamente al testo, il quale attraverso l’azione improvvisa di una parola può fare passare una descrizione alla riflessione. La cosa importante è il modo in cui chi partecipa alla comunicazione- testo o fotografia che sia- si predispone verso un altro comunicativo e questo lo spiazzo.

QUANDO IL PIACERE VIENE OSCURATO
C’è un oscurantismo del piacere. Prendendo in considerazione la popolazione Francese,sembra che un Francese su due non legge. La metà della Francia è privata anzi si priva del piacere del testo. Anche se riportiamo il piacere del testo nel campo della sua teoria e non in quello della sociologia è sempre un’alienazione politica che è in causa. Questa preclusione del piacere è data da due morali:piattezza e rigore. Si direbbe che l’idea di piacere non lusinghi più nessuno.

QUALE IL LINGUAGGIO USATO PER IL PIACERE?
“[…]il linguaggio viene sempre da qualche parte,è topos guerriero[…]”
Prima si rappresentava il mondo del linguaggio come un immenso e perpetuo conflitto di paranoie. Nella guerra dei linguaggi ci possono essere momenti tranquilli,e questi momenti sono testi. Fra sue assalti di parole, il piacere del testo è sempre possibile,non come rilassamento, ma come passaggio incongruo di un altro linguaggio come esercizio di una fisiologia diversa. Il piacere del testo è come una brusca cancellatura del valore guerresco. La linguistica enuncia bene la verità sul linguaggio, ma solo in questo:”che nessun inganno viene commesso consapevolmente”. Nel testo di piacere, le forze contrarie non sono più in stato di repressione ma di divenire. Niente è veramente antagonistico, tutto è plurale.”Il linguaggio che parlo dentro di me-continua Barthes- non è del mio tempo, è esposto per natura al sospetto ideologico; è quindi con lui che mi occorre lottare. Il piacere del testo non ha preferenze qunto a ideologie. Leggiamo un testo come una mosca vola nel volume di una stanza: L’ideologia passa sul testo e sulla sua lettura come s’imporpora un viso, ogni scrittore di piacere ha di questi inetti rossori. Qui è il mio piacere:questo non ha probabilità di venire se non con il nuovo assoluto.” Il nuovo non è un modo,è un valore, fondamento di ogni critica. Il piacere è prodotto dalla ripetizione, dallo stereotipo. Ed ecco che si fa avanti il linguaggio di ripetizioni:tutte le istituzioni ufficiali di linguaggio sono macchine per ripetere. Lo stereotipo è la parola ripetuta, questa ritorna ogni volta come per miracolo, per essere ogni volta ri-adeguata. Perché la ripetizione sia erotica bisogna che sia formale. La parola può essere erotica a due condizioni opposte, tutte e due eccessive: se è ripetuta a oltranza o al contrario se è inaspettata, succulenta per la novità.
Il testo è il linguaggio senza il suo immaginario,e ciò che manca alla scienza del linguaggio perché venga manifestata l’importanza generale. Sul piacere del testo non è possibile nessuna tesi, appena un ispezione, che taglia corto.
Eppure si gaude! Eppure,a dispetto di tutto, io godo del testo.

COSA PORTA UN TESTO AD ESSERE “PIACIUTO”.
L’interesse per un testo è dato dal modo in cui questo viene scritto. Più un testo è scritto in modo confacente , senza malizia, in un tono compunto e più è più facile rovesciarlo ed è proprio questo rovesciamento, in quanto produzione pura,dice Barthes ,a sviluppare superbamente il piacere del testo. Considerare il testo come soggetto attivo e vivo: nessun elemento del mondo che ci appartiene sa vivere le diverse epoche dell’esistenza come sa farlo il libro. Se il testo arriva a farsi ascoltare indirettamente produce in noi il miglior piacere.

CONCLUSIONI
L’intento di questo elaborato è stato quello di descrivere un qualcosa di astratto in modo concreto proprio affiancandolo in alcuni casi a qualcosa di veramente concreto. Come già detto quello che mi ha colpito di Barthes è il modo in cui parla del piacere e da qui il mio interesse ad estrapolare le nozione più significativa per me, per dar vita all’excursus del piacere.