modalità d'esame

per tutti gli studenti che dovranno sostenere l'esame di
Filosofia del Linguaggio mod.B a.a. 2009/2010


si rende noto che

-Il numero di battute dei propri elaborati dovrà essere compreso tra 14000 e 16000

-Bisognerà postare i propri lavori 14 giorni prima dell'appello scelto per sostenere l'esame

l'indirizzo e-mail a cui chiedere l'autorizzazione per postare è:
foucaultbarthes0910@gmail.com

per non avere problemi con le autorizzazioni si invita gli studenti ad utilizzare un indirizzo gmail per inoltrare le proprie richieste
Gli studenti che hanno usato il proprio account @mondoailati.unical.it per postare su altri blog relativi agli esami di Informatica, sono pregati di creare COMUNQUE un nuovo account

Programma d'esame

cicli: 07 e precedenti
A partire dalla sessione di giugno 2010 il programma d'esame consiste nello studio di:
-M.P. Pozzato, Semiotica del testo, Carocci
-Barthes, Variazioni sulla scrittura-Il piacere del testo, Einaudi
-Foucault, Ordine del discorso
e nella stesura di un elaborato da postare sul blog

martedì 1 giugno 2010

[..] Il testo è (dovrebbe essere) la persona disinvolta che mostra il didietro al Padre Politico.[..]

Le plaisir du texte
Roland Barthes
di Girillo Mimmo

Barthes in questo suo libro ci spiega come l'uomo, (in questo caso il lettore) riscopre il piacere/godimento attraverso la coabitazione dei linguaggi, se leggiamo con piacere una frase, un testo o una parola è perchè sono state scritte nel piacere, che non è in contraddizione con i lamenti dello scrittore.Lo scrivere nel piacere, non garantisce in nessun modo allo scrittore che il lettore provi piacere ma, questo lettore bisogna che lo cerchi (lo draghi) senza sapere dov'è. Si crea quindi lo spazio necessario del godimento. Scrivendo il suo testo lo scrittore assume un linguaggio da lattante, inaffettuoso rivolgendosi al lettore in modo freddo come se dall'altra parte non ci fosse nè un corpo, nè un oggetto. Scrive questo testo-balbettio al di fuori da ogni godimento che è in fin dei conti solo un testo frigido, come lo è ogni richiesta prima che vi si formi il desiderio.
Il punto cruciale che sottolinea Barthes è che il testo che viene scritto deve dar la prova di desiderare il lettore. Questo desiderio è appunto la scrittura che è “la scienza dei godimenti”.
[..]La parte piu erotica di un corpo non è forse dove l'abito dischiude?”[..]
Barthes intende che nella perversione non ci sono zone erogene e vuole sottolineare che è l'intermittenza, la messinscena di un'apparizione-sparizione che è erotica. Nel corpo come nella narrativa non ci cono bordi, non c'è lacerazione, tutta l'eccitazione si rifugia nella speranza di vedere il sesso,di conoscere la fine della storia. É un piacere più che intellettuale, è un piacere edipico.
La parola può essere erotica a due condizioni opposte e tutte e due eccessive: se è ripetuta a oltranza, o la contrario se è inaspettata, quindi il piacere provato dalla sua novita (in alcuni testi le parole luccicano, sono apparizioni distrattive, incongrue poco importa che siano pedanti.)
Quello che si gusta in un racconto non è il suo contenuto, ne la sua struttura ma bensì le scalfiture, utilizzando due regimi di lettura uno diretto alle articolazioni del testo e quindi, ignorando i giochi linguistici, l'altro senza far passare niente aderendo al testo leggendo con applicazione e trasporto. Quello che a noi interessa è che in alcuni romanzi leggiamo tutto con la stessa intensità ovvero, stabiliamo un ritmo,disinvolto,poco rispettoso verso l’integrità del testo, l’avidità della conoscenza ci fa sorvolare certi passi, ci fa semplificare per trovare al più presto i luoghi scottanti dell’aneddoto. questo c'induce a saltare le descrizioni,le spiegazioni,le considerazioni proprio come uno spettatore ad uno streap tease. In qualche modo il piacere del testo è dato dall’interesse, dal modo in cui si guarda al corpo del testo. Gli Arabi, parlavano del testo usando la parola: corpo certo.
[..] Essere con chi si ama e pensare ad altro: è così che mi vengono i pensieri migliori..[..]
Allo stesso modo nel testo dice Barthes: se arriva a farsi ascoltare indirettamente produce in me il miglior piacere. Quindi se leggendo un testo non vengo in qualche modo avvinto,catturato, di conseguenza sono portato ad alzare spesso la testa questo può essere un atto leggero.L'emozione è un turbamento, e come qualcosa di perverso va contro la regola che vuol dare al godimento una figura forte, decisa, si va incontro a un turbamento: L'amore come passione? Il godimento come saggezza?
Se amassi il testo, se in qualche modo avessi una qualche voglia materna questo non mi annoierebbe?
La noia che può valersi di nessuna spontaneità: non c'è noia sincera: se personalmente il testo mi annoia è perchè in realta non mi piace la richiesta.Se un testo mi piace non è soltanto perchè al suo interno riesco a trovare del piacere o qualcosa scritta in modo da farmi provare piacere ma, può anche essere che al tempo stesso la noia nel leggerlo mi catturi e quindi fa si che io sia attratto più da questa noia che in realtà mi provoca piacere.
Il testo diventa un oggetto feticcio e questo feticcio mi desidera.
Nel testo in qualche modo io desidero l'autore ho bisogno della sua figura come lui della mia.Il testo è atopico nella sua produzione, da questa atopia esso comunica con il lettore uno stato particolare: calmoe insieme escluso. All'interno di questo particolare testo-feticcio la lettura con la quale riusciamo a provare un grande piacere sembra essere proprio la lettura tragica, il piacere per il tragico.
Come appunto ci sottolinea Barthes ad esempio in una fotografia quello che può colpirci è un qualche particolare straziante, (la foto di una madre che porta un lenzuolo bianco sul corpo del figlio morto per strada) o anche leggere un racconto di cui conosciamo già la fine.Tutto questo è in qualche modo normale perchè il semplice fatto di provar piacere leggendo, o guardando un particolare tragico fa si che si provi una emozione-piacere.
Il carattere asociale del godimento è la perdita brusca della socialità, la persona, la solitudine: tutto si perde integralmente.
Tutte le analisi socio ideologiche concludono del carattere delusivo della letteratura:
l'opera sarebbe sempre scritta da un gruppo socialmente deluso o impotente fuori dalla lotta per la collocazione storica, economica, politica; la letteratura sarebbe l'espressione di questa delusione.Queste analisi dimenticano però il formidabile rovescio della scrittura: il godimento: che puo esplodere attraverso secoli anche testi scritti in gloria della più tetra, della più sinistra filosofia.
Barthes citando un vecchio testo letto parla della rappresentazione al lettore,in questo caso mostra come rappresentare ad esempio del cibo che si trova su una tavola senza tralasciare i particolari si impone al lettore l'ultimo grado della materia ciò che in essa non può essere superato, respinto. Parlando di oscurantismo possiamo constatare che la popolazione Francese o per lo meno che un Francese su due non legge, si priva del la lettura, La metà della Francia si priva del piacere nel leggere un testo. Sembra che i francesi cosi facendo ovvero, rifiutando i libri rinunciuano soltanto a un bene morale, a un valore nobile. Anche se si riporta il piacere del testo nel campo della sua teoria e non in quello della sua sociologia riscontriamo sempre un'alienazione politica che è in causa: la preclusione del piacere. Si direbbe quindi che l'idea di piacere non lusinghi più nessuno.La nostra società sembra al tempo stesso assennata e violenta; come direbbe Barthes: frigida.
La frase è gerarchica: implica delle soggezzioni.Come potrebbe una gerarchia rimanere aperta? La frase è compiuta anzi sottolinea Barthes è il linguaggio quando è compiuto.La teoria dice che la frase è di diritto infinita ma è la pratica che obbliga sempre a finire la frase, il piacere della frase è molto culturale, a meno che per qualche perverso la frase non sia un corpo.
Piacere del testo.
Il piacere del testo lo possiamo definire come una pratica:luogo e tempo di lettura:casa.provincia,la famiglia dove dev'essere, cioè lontana e non lontana.
Testi di godimento.
Ovvero: il piacere a pezzi; la lingua a pezzi; la cultura a pezzi.Questi vengono detti perversi perchè sono fuori da ogni immaginabile finalità compresa la finalita del piacere.Ognuno di noi può constatare che il piacere del testo non è in qualche modo certo.Il godimento di un testo non è però precario assai peggio: è precoce non arriva al momento giusto, non dipende da alcuna maturazione, ma tutto si scatena in una sola volta.Questa foga è molto evidente anche nella pittura di oggi; tutto è giocato, tutto è goduto nella prima occhiata.
L'arte sembra essere compromessa,socialmente, l'artista può farsi cineasta,pittore o al contrario, se è pittore cineasta, può anche dar congedo alla scrittura.Può infine semplicemente distruggersi, smettere di scrivere. Il male che questa distruzione comporta è sempre inadeguata o si fa esterna all'arte e quindi diventa impertinente. La distruzione del discorso non è un termine dialettico ma un termine semantico.
Il testo di piacere quindi non è necessariamento quello che riporta dei piaceri, (come a sottolineato più volte Barthes nel suo scritto) e il testo di godimento non è mai quello che racconta un godimento,il piacere della rappresentazione non è legata al suo oggetto. In termini ”zoologici” si dirà quindi che il luogo del piacere testuale non è il rapporto fra il mimo e il modello (rapporto d'imitazione) ma solo quello fra l'ingannato e il mimo (rapporto di desiderio).Bisognerebbe continua, del resto distinguere fra le raffigurazioni e la rappresentazione (raffigurazione che sarebbe il modo di apparizione del corpo erotico nel profilo del testo). L'autore in qualche modo può apparire nel suo testo, ma non nella specie di una biografiza diretta (la quale accederebbe il corpo, darebbe un senso alla vita, forgerebbe un destino). O anche si può concepire desiderio per un personaggio di romanzo, o anche; il testo stesso, struttura diagrammatica e non imitativa, si può svelare sotto forma di corpo, scisso in oggetti feticci, in luoghi erotici.tutti questi movimenti attestano una figura del testo, necessaria al fine del godimento di una lettura. Come anche un film che sarà sempre figurativo anche se non rappresenta niente.Al contario invece di una rappresentazione che sarebbe una sorta di raffigurazione intralciata che è ingombrata da altri sensi oltre a quello del desiderio.Accade spesso che la rappresentazione prenda come oggetto da imitare il desiderio in sé, ma in tal caso questo desiderio non si distacca mai dai personaggi, dalla cornice di conseguenza possiamo dire che ogni semiotica che tenga chiuso nella configurazione degli attanti il desiderio, per nuova che sia è una semiotica di rappresentazione. La rappresentazione è questo: quando non esce niente, quando non salta niente fuori della cornice: del quadro, del libro, dello schermo).
[..] Il testo è (dovrebbe essere) la persona disinvolta che mostra il didietro al Padre Politico.[..]
Con ciò Barthes si pone dei quesiti in merito al rapporto che si instaura e dice:
Perchè, in opere storiche, romanzesche, biografiche, c'è un piacere a veder rappresentare la “vita quotidiana” di un'epoca, di un personaggio? Perchè questa curiosità dei minuti particolari: orari, abitudini, pasti, alloggi, abiti ecc.? E' forse il gusto fantasmico della “realtà”? La materialità stessa di questo stato? Non è il fantasma stesso a chiamare il “particolare”, la scena minuscola, privata, in cui posso prendere facilmente posto? Ci sarebbero insomma dei “piccoli isterici” (lettori) che ricaverebbero godimento da un (lo chiama così) “teatro singolare” (riferendosi non a quello della grandezza ma a quello della mediocrità).
Che cos'è la significanza? È il senso in quanto prodotto sensualmente.
Quello che cerca di stabilire è una teoria del soggetto materialista. Questa ricerca puo dice Barthes passare per tre stadi: può prima di tutto, riaprendo un'antica via psicologica,criticare spietatamente le illusioni di cui si circonda il soggetto immaginario; può successivamente o nello stesso tempo andare più lontano, ammettere la vertiginosa scissione del soggetto, descritto come una pura alternanza, quella dello zero e della sua cancellatura, inoltre può generalizzare il soggetto che non vuol dire massificarlo, collettivizzarlo; e ancora si ritrova il testo, il piacere, il godimento: a questo punto, non si ha diritto di domandare chi è dunque che interpreta?
Allora forse ritorna il soggetto, non come illusione ma come funzione. Viene ricavata quindi una forma di piacere da un modo d'immaginarsi come individuo, d'inventare un ultima finzione, delle più rare: il fittizio dell'identità. Questa funzione non è più illusione di un'unità; al contrario è il teatro di una sociètà dove facciamo comparire il nostro plurale: il nostro piacere è individuale ma non personale.
[..] ogni volta che cerco di analizzare un testo che mi ha dato del piacere, non è la mia soggettività che ritrovo, ma il mio individuo, il dato che fa il mio corpo separato dagli alrti corpi e gli appropria la sua sofferenza o il suo piacere: è il mio corpo di godimento quello che ritrovo.E questo corpo di godimento è anche il mio soggetto storico[..]
Il piacere è un neutro (la forma più perversa del demoniaco)
o per lo meno cio chee il piacere sospende è il suo valore di significato:la buona causa.il piacere del testo è questo:il valore promosso al rango suntuoso di significante.
Se fosse possibile conclude Barthes immaginare un'estetica del piacere testuale, bisognerebbe includervi: la scrittura ad alta voce. Questa scrittura vocale non si pratica mai, ma è senza dubbio questa che Artaud raccomandava eSollers richiede.
Nella'antichità la retorica comprendeva una parte dimenticata :l'actio insieme di rice tte atte a permettere l'esternamento corporeo del discorso: si trattava di un teatro dell'espressione, l'oratore-attore esprimendo la sua indignazione, la compassione, ecc
La scrittura ad alta voce, invece, non è espressiva ;lascia l 'espressione al feno-testo, al codice regolare della comunicazione per parte sua appartiene al geno-testo, alla significanza, e portata non dalle inflessioni drammatiche, le intonazioni maligne,gli accenti compiacenti, ma dalla grana della voce, che è un misto erotico di timbro e di linguaggio, e può quindi essere anch'essa, al pari della dizione, la materia di un'arte: l'arte di condurre il proprio corpo tenendo conto dei suoni della lingua. La scrittura ad alta voce non è fonologica ma fonetica; il suo obbiettivo non è la chiarezza dei messaggi , il teatro delle emozioni ; ciò ch'essa cerca sono gli incidenti pulsionali, è il linguaggio tappezzato di pelle, un testo in cui si possa sentire la grana della gola, la patina delle consonanti, la voluttà delle vocali, tutta una stereofonia della carne profonda: l'articolazione del corpo, della lingua, non è quella del senso, del linguaggio:qualcosa granula, crepita, accarezza, gratta, taglia: è godere.