modalità d'esame

per tutti gli studenti che dovranno sostenere l'esame di
Filosofia del Linguaggio mod.B a.a. 2009/2010


si rende noto che

-Il numero di battute dei propri elaborati dovrà essere compreso tra 14000 e 16000

-Bisognerà postare i propri lavori 14 giorni prima dell'appello scelto per sostenere l'esame

l'indirizzo e-mail a cui chiedere l'autorizzazione per postare è:
foucaultbarthes0910@gmail.com

per non avere problemi con le autorizzazioni si invita gli studenti ad utilizzare un indirizzo gmail per inoltrare le proprie richieste
Gli studenti che hanno usato il proprio account @mondoailati.unical.it per postare su altri blog relativi agli esami di Informatica, sono pregati di creare COMUNQUE un nuovo account

Programma d'esame

cicli: 07 e precedenti
A partire dalla sessione di giugno 2010 il programma d'esame consiste nello studio di:
-M.P. Pozzato, Semiotica del testo, Carocci
-Barthes, Variazioni sulla scrittura-Il piacere del testo, Einaudi
-Foucault, Ordine del discorso
e nella stesura di un elaborato da postare sul blog

domenica 5 settembre 2010

...In principio era il piacere...il piacere del testo.

"Testo vuol dire tessuto; ma laddove fin qui si è sempre preso questo tessuto per un prodotto, un velo già fatto dietro al quale, più o meno nascosto, sta il senso (la verità) adesso accentuiamo, nel tessuto, l' idea generativa per cui il testo si fa, si lavora attraverso un intreccio perpetuo;sperduto in questo tessuto il soggetto vi si disfa, simile a un ragno che si dissolva da sè nelle secrezioni costruttive della sua tela [...]"

Leggendo queste brevissime righe tratto da "Il piacere del testo" di Roland Barthes, si delinea l' idea di cosa sia il testo per lui; infatti osservando quest' analogia col ragno, si comprende che il testo è e contiene insieme sia il tessuto ( il quale è l' insieme costituito proprio dalle parole strutturate in base alle norme grammaticali della lingua) che la tela del ragno ( parole a disposizione del parlante o dello scrittore).
Un testo può essere sia orale che scritto purchè rispetti determinate condizioni:
  • La comprensibilità ( il testo dev' essere espresso in un codice linguistico noto a chi legge o a chi ascolta);
  • La completezza ( in esso devono essere presenti tutti gli elementi che lo rendano comprensibile);
  • e infine la coerenza ( il contenuto deve essere strutturato secondo un' organizzazione logica di pensiero).
Inoltre ogni testo che sia scritto o orale viene sottoposto a un vero e proprio controllo e selezione intrinsechi nella società, e attuati attraverso una "polizia discorsiva" ( procedure interne o esterne al testo discorsivo con funzione di limitazione dei poteri e dei pericoli intrinsecamente nascosti nell'atto linguistico), ordunque rispondere a una sorta di ordine interno, a delle regole non solo grammaticali ma dettate invece dalle società, dall' ambito, dalle circostanze in cui l' evento testuale o discorsivo si esplica.
Barthes in particolare si ccupa del testo scritto (per meglio dire testo letterario) distinguendone due tipologie ovvero il
testo di piacere e il testo di godimento.
Nella prima tipologia si parla di testo che appaga, soddisfa e dà euforia; il piacere della lettura infatti non è dato esclusivamente dalla correttezza delle forme grammaticali, così come il piacere fisico non è dato solo dal soddisfacimento di un bisogno fisiologico, bensì è frutto dell'aspettativa che le parole riescono a creare nel lettore, dal fatto che qualunque cosa si dica sul piacere ssarà un' introduzione a ciò che non sarà mai scritto.

Il piacere è comunque dicibile, se ne può sempre parlare di un testo che dà piacere attraverso la
critica ( che Barthes definisce come entrata nella perversione dello scrittore osservando di nascosto il suo piacere) o il commento (di cui ne parla Foucault, definendolo come un elemento che consente di dire qualcosa di diverso dal testo stesso, ma a condizione che sia questo stesso testo ad essere detto e in qualche modo compiuto).
Di cosa si tratta quindi?
Semplicemente di discorsi che sono detti,restano detti, e sono ancora da dire.
Nella seconda tipologia invece c'è una sorta di stato di perdita che sconvolge il lettore fino a fargli perdere la consistenza del proprio io, di conseguenza con una caratteristica asociale del godimento, nella quale cc'è una scossa che resta indicibile, interdetta, insostenibile perchè fuori-piacere, fuori-critica, fuori dall' ordinario e cioè atopico, di cui non si può parlare se non con un altro testo di godimento con la stessa modalità di scrittura.
Il godimento è l' eccezione alla regola, la ribellione, la novità, un piacere fatto a pezzi che non arriva al momento giusto nè giunge lentamente alla sua maturazione, bensì una foga che si scatena tutta in una volta, che precede il piacere, fonte da cui quest' ultimo ha origine.
Riguardo la struttura del testo Barthes parla di testo composto da ciò che lui chiama
" immaginari del linguaggio": la parola ( intesa come unità singola grazie al quale c'è la possibilità di esprimere un pensiero), la scrittura (la traslitterazione della parola che Barthes definisce come scienza dei godimenti del linguaggio, e modo in cui le parole vengono distribuite all' interno del testo, la quale si può scrivere seguendo due criteri: conformandosi e seguendo adeguatamente i canoni stabiliti dalla cultura oppure utilizzando un metodo di scrittura mobile pronto a cambiare ed assumere qualsiasi effetto che l'autore voglia dargli,e vedendo così contrapposti due modelli di scrittura nel quale il piacere del testo è dato dalla via di mezzo tra questi due modi di scrivere), e la frase (misura logica di un discorso che quando è compiuta rende compiuto anche il discorso stesso, che Barthes paragona al gioco degli scacchi poichè è immutabile per la sua struttura, ma infinitamente rinnovabile per il suo contenuto).
Tra lo scrittore e il lettore quindi s' instaura un rapporto fondato su ciò che possiamo chiamare desiderio: dalla parte del lettore di sapere e dalla parte dell' autore di comunicare e dare all' inquietante discorso della finzione l' unità e la coerenza tipiche di ciò che è reale.
Un altro aspetto importante che evidenzia Barthes è la suspence narrativa, che paragona ad uno streap- tease corporeo, e il piacere sta proprio nella speranza di conoscere la fine della storia.
Ciò che fa la linguistica moderna, infatti, è trascurare gli aspetti sostanziali o materiali del linguaggio, concentrandosi per di più sul piano della forma prendendo in esame relazioni, strutture o combinazioni), mentre secondo Barthes all' esclusione di questi aspetti sostanziali bisogna aggiungere la negazione di quegli spazi in cui il testo esprime la propria deriva pulsionale e spinta verso il piacere o il godimento, opponendo alla scienza del linguaggio la "scienza dei godimenti del linguaggio", ovvero la scrittura.
Bisogna però saper distinguere ( e sue questo Barthes si cimenta di continuo) nella difficile e necessaria distinzione tra godimento e piacere.
Il piacere è appagamento mentre la jouissance è mancamento, perdita.
Il piacere del testo è l' euforia, la soddisfazione, l' agio, mentre il godimento è la scossa.
Sembra come se per Barthes la scrittura acquisti valore e solidità quando è in grado di produrre fratture e lacerazioni; quando invece si propone come strumento risolutore di ogni contrasto non funziona.
Infatti la scrittura stessa nasce da un bisogno di divisione, la sua natura è prodotto di collisioni, rotture e fratture tramite cui ridistribuire la lingua.
La frattur per Barthes è il luogo della peerdita, in cui il lettore ottiene la percezione del sapere, gode nel disvelare ciò che non è visibile, prolunga la sua lettura senza sapere se raggiungerà una verità.
Il piacere però non è un elemento del testo, non fa parte di esso e non dipende dalla sensazione.
Barthes a riguardo infatti dice che:
"[...] è qualcosa che è insieme rivoluzionario e asociale e non può essere adottato da nessuna collettività e da nessuna mentalità."


Un altro aspetto che osserva Barthes è il fatto che un francese su due non legge, e privandosi della lettura i francesi non solo rinunciano ai canoni del bello ideale e della perfezione spressi dalle civiltà greco-romane ma, cosa più importante, si privano del piacere.
La causa è ideologica: il piacere è precluso tanto dalla morale maggioritaria della piattezza di massa quanto dalla morale d' elìte, dal rigore politico e scientifico.
Dunque, anche se in passato c' era la tendenza ad imitare e valorizzare le opere greche e latine attraverso la lettura e la loro riscoperta, pur avendo precluso il piacere inteso alla maniera di Barthes ( ma non il piacere inteso in altro modo, ad esempio del bello ideale delle civiltà classiche), ci si poteva comunque vantare del fatto che in qualche modo la lettura non era trascurata, anzi valorizzata.
Oggi, invece, il piacere della lettura sembra non attrarre più nessuno.
Forse è troppo difficile da ricercare, rintanato nelle pieghe e nelle intermittenze, "là dove l'abito si schiude", direbbe Barthes: non si legge o si legge male, la nostra società è frigida.
Se leggo un libro devo conciliare il piacere del testo e il testo di piacere, e queste due ambiguità devono provocarmi da un lato un piacere generale, dall' altro un pacere particolare.
Per lo scrittore è importante farsi ascoltare attraverso il suo testo, quello che dice, quello che riesce a creare in un momento particolare e riuscendo a trasmettere qualcosa attraverso la sua opera,per lui è il miglior piacere.
Se non sono particolarmente coinvolta in un testo di piacere, forse può voler dire che non sento niente di quello che ascolto, che ascolto quello che sento.. emozione... illusione... sentimento...turbamento.
Qualcosa che si nasconde dietro una facciata, che vuol dare al godimento una figura fissa.
Ma non bisogna mai credere all' immagine del godimento.
Lo si può riconoscere attraverso un turbamento.
Il godimento può essere considerata saggezza, se mai riuscirà al di fuori dei suoi pregiudizi a comprendersi.
Anche la noia può essere un godimento visto dal piacere; dalla noia non si ci può liberare, non è come un testo noioso che posso allontanare con un gesto.
Se una storia è raccontata in modo corretto, senza ambiguità, posso anche leggerla al contrario ma il piacere del testo rimarrà immutato.
Nel testo che scelgo di leggere, lui sceglie me.
In qualche modo desidero l' autore, sento di avere bisogno di quella figura, e lui in qualche modo ha bisogno della mia.
Il testo mi sceglie.

"Quando l' autore scompare, resta il testo.
E' morto come una persona civile, biografica, ma quello che ha lasciato, resterà.
La paternità di un testo, la sua storia letteraria resteranno come insegnamento."


Questo è Barthes, ora giudicate voi in base alla vostra esperienza personale.
Meditate gente, meditate.
Perchè non c'è niente di più vero di questo.


Elaborato di Sara Manna